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2008-08-07 11:35
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Il Passo San Boldo e la strada dei 100 giorni

La piazza di TovenaLa strada del Passo San Boldo venne interamente costruita tra la fine di gennaio del 1918 e la metà di giugno dello stesso anno. Il comando della VI armata austroungarica dispose la costruzione della strada nel gennaio del 1918 e due ingegneri (Waldmann e probabilmente il tenente Hans Fritz) stesero velocemente gli elaborati necessari per poter realizzare l'opera.
Si cominciò lentamente, per carenza sia di operai delle truppe tecniche, sia per mancanza degli strumenti necessari. Nel marzo 1918 però un ordine della VI armata fissò i termini di realizzazione in tre mesi al massimo a partire dal primo marzo. L'opera era legata ai piani dell'offensiva prevista per la metà del giugno 1918 (Battaglia del Solstizio - operazione Albrecht sul fronte del Piave e operazione Radetzky per il Grappa e gli Altipiani). L'obiettivo venne raggiunto con grossi sforzi economici, di uomini e mezzi, oltre che organizzativi.
Per i lavori vennero ingaggiati, con una paga giornaliera dignitosa e con un pasto pagato, anche operai civili, giovani, anziani, donne, ragazzi e ragazze. Una lunga lista di questi operai, addetti alla costruzione della Tovena-Trichiana-Straße (Strada Tovena-Trichiana), enumera i meritevoli per un premio in denaro per l'applicazione e l'impegno dimostrati nel lavoro: tra di loro cognomi di chiara provenienza cisonese oppure delle zone di S. Antonio di Tortal, di Trichiana e del comune di Mel, in territorio bellunese.

Il primo tratto: Tovena - Passo S. Boldo
Partenza strada del Passo San BoldoTra il 1914 e il 1915 il genio civile, con la fattiva collaborazione della IV armata italiana aveva iniziato i lavori di questa strada, utilizzando per lo più operai italiani provenienti dall'estero, espulsi, allo scoppio della guerra, dall'impero austroungarico prima e dall'impero germanico poi. L'ingegnere Carpanè aveva redatto il progetto complessivo e diretto la realizzazione di una porzione di strada, seguendo la vecchia mulattiera e il sentiero fin quasi sotto il punto cruciale, formato dagli ultimi 100 metri di dislivello.


Il Passo S. Boldo
Gli ultimi 100 metri di dislivello, prima di giungere all'ampia distesa che scende con lieve pendenza verso Campedei, in comune di Trichiana, da sempre erano stati considerati l'ostacolo insormontabile per la costruzione di una strada: un muro di roccia strapiombante su tre lati della stretta valle detritica del torrente Gravon.
La soluzione venne adottata dal tenente colonnello Nikolaus Waldmann, comandante del Gruppo costruzione strade (Straßenbaugruppe) della VI armata austroungarica con sede a Vittorio Veneto: si dovevano ricavare gli 800 metri di sviluppo stradale, per ottenere una pendenza del 10%, scavando nella roccia sei tornanti in tunnel, con un raggio di 10 m, per i grossi traini di artiglieria a cavallo o con trattrice a motore. In fase d'opera venne eliminato un tornante, aumentando leggermente la pendenza tra due tunnel. In questo tratto carreggiabile lavorarono contemporaneamente fino a 1400 operai, divisi in due turni che coprivano l'arco delle 24 ore.

Dal Passo San Boldo a Sant'Antonio di Tortal
Dal Passo a Trichiana esisteva già una discreta mulattiera che presentava però alcuni punti di difficile passaggio: a Campedel si optò per mantenere il Ponte delle Donne immutato, onde evitare perdite di tempo; il traffico sarebbe stato a senso unico alternato. Si aggirò anche la collina all'uscita del paese verso S. Antonio, realizzando un tornante, mantenutosi perfettamente anche nell'attuale strada, con un bel muro di contenimento a secco in pietra locale. La dirittura successiva, ricavata in una zona molto umida, venne sostenuta con longheroni di rotaia, per consolidare il fondo.
Nei pressi di Confos, nell'attraversamento dell'Ardo, dovette essere costruito un ponte per passare l'abisso. Poco oltre venne realizzato un grande tornante con muri di contenimento in grossi sassi scalpellati sia a monte che a valle.
Al cimitero, usciti da S. Antonio, venne realizzata una piazzola di scambio e di deposito. Dal Passo a Confos, all'attraversamento del torrente Ardo, lavoravano gli operai del settore 3, di là all'attuale cimitero di S. Antonio di Tortal quelli del settore 4.

Da Sant'Antonio di Tortal a Trichiana
Il tenente colonnello Waldmann, che pochi giorni prima dell'inaugurazione della Tovena-Trichiana-Straße fu promosso colonnello, uitlizzò per questo tratto (5° settore) quasi ovunque il tracciato della mulattiera carreggiabile. Notevoli i muraglioni di contenimento ancora sparsi qua e là sul tragitto fino a Trichiana, relitti archeologici della Grande Guerra.

Il progetto di recupero realizzato dal Comune di Cison di Valmarino

Piazza RomaIl Comune di Cison di Valmarino da tempo si è posto obiettivi di valorizzazione e promozione nei confronti "Strada dei 100 giorni". Il suo impegno è iniziato nell'ambito del progetto Interreg "Il Museo diffuso del Grappa, dal Brenta al Piave", con il quale ha realizzato la pubblicazione a carattere storico denominata "Cison di Valmarino e il suo Passo: il San Boldo attraverso i secoli", oltre che una mostra itinerante. Presso la sede del Gruppo Alpini al San Boldo ha realizzato poi una mostra permanente, dedicata alla Grande Guerra e nello specifico alla straordinaria impresa costituita dalla costruzione della strada del San Boldo.
Successivamente, ha dato seguito a tale impegno realizzando un nuovo progetto Interreg IIIA Italia-Austria, denominato per l'appunto "progetto di valorizzazione turistica e riqualificazione del Passo San Boldo con la Strada dei 100 giorni". Realizzato con la Comunità Montana Feltrina in veste di capofila e in partenariato con l'associazione Altfinstermünz, con il Tirolerlandesarchiv e con Festung Kufstein, il progetto ha consentito di attrezzare il San Boldo ai fini dell'accoglienza turistica. Lungo la strada sono state installate delle gigantografie storiche, che richiamano immediatamente la storia della costruzione della strada; inoltre, sono state realizzate aree attrezzate, luoghi per la sosta e un interessante percorso botanico ben segnalato che permette di raggiungere il Passo San Boldo a piedi a partire dalla piazza di Tovena (anch'essa rimessa a nuovo).